Al ha segnalato: C'è da scommettere che molti tra i fan del Codice da Vinci, nuova specie di lettori migranti, stavolta non perderanno l'occasione per una visita ad una delle più importanti e, a torto, spesso trascurate istituzioni culturali del nostro paese: la Biblioteca e Pinacoteca Ambrosiana di Milano. Fonte: www.ilsole24ore.com di Stefano Biolchini Grazie alle nuove tecnologie diventa finalmente fruibile anche per il grande pubblico uno dei maggiori monumenti alla genialità e creatività umana: il Codice Atlantico di Leonardo da Vinci. Custodito nel caveau dell'Ambrosiana e da sempre inaccessibile ai più, il codice Atlantico viene proposto ai visitatori attraverso la digitalizzazione ad altissima risoluzione delle più affascinanti 100 pagine manoscritte, sfogliabili virtualmente grazie a postazioni interattive collocate all'interno dell'ampia Sala del cartone di Raffaello della Scuola di Atene della Pinacoteca . Le postazioni interattive della mostra (dal 22 ottobre 2005 all'8 gennaio 2006) utilizzano schermi al plasma e videoproiezioni. Il codice, composto alla fine del Cinquecento dallo scultore Pompeo Leoni (il quale smembrò molteplici taccuini originali), nell'attuale configurazione, dovuta al restauro degli anni '60, consta di 1119 carte sui cui sono rappresentati 1750 disegni. Si tratta di studi sull'intera gamma degli interessi di Leonardo per le scienze e per le tecniche, assieme a progetti di architettura e di urbanistica, a documenti biografici, a note ed appunti personali. I disegni bidimensionali prendono vita e sono trasformati in modelli 3D, che li rendono immediatamente comprensibili nei loro meccanismi. A questa modalità di fruire l'opera di Leonardo si accompagna la prima ricostruzione fisica della Bombarda del genio vinciano. Proprio la celeberrima bombarda multipla trionfa nella prima pagina del Codice Atlantico. Oltre al modello fisico in legno e ferro, proprio a questa macchina sono dedicate apposite postazioni interattive. Con le sue sedici bocche da fuoco e un complesso meccanismo centrale, probabilmente per la navigazione marina e per la rotazione, si trattava di una vera e propria corazzata del Rinascimento. «Il Codice Atlantico rappresenta un patrimonio immenso», dice il prefetto dell'Ambrosiana, monsignor Gianfranco Ravasi. «Si compone oggi di 1119 fogli che conservano 1286 carte originarie con 1750 disegni, un patrimonio incredibile se comparato con le poche carte (18) del Codice Leicester-Hammer, entrato nelle cronache in occasione dell'acquisto da parte del fondatore di Microsoft, Bill Gates, per una cifra astronomica». «È la prima volta nella storia che il più importante manoscritto di Leonardo da Vinci può essere sfogliato direttamente dal pubblico» sottolinea Massimiliano Lisa, amministratore delegato della media company Leonardo3 (L3), che ha concepito e realizzato la mostra. «Grazie alla digitalizzazione in altissima risoluzione che abbiamo realizzato dagli originali, il pubblico può anche ingrandire i particolari più nascosti di ogni singolo manoscritto; una caratteristica importantissima, che va addirittura oltre quanto sarebbe possibile fare col manoscritto originale tra le mani. La maggior parte del pubblico è molto attratta dalle nostre ricostruzioni in grafica tridimensionale e animata delle macchine di Leonardo». La mostra alla Pinacoteca Ambrosiana , (che è già stata prenotata da importanti musei statunitensi e del Regno Unito) si compone di sette postazioni multimediali dedicate al Codice che propongono: 150 pagine interattive per scoprire i segreti dei manoscritti di Leonardo. Tutte le pagine possono essere ruotate e ingrandite sino ai dettagli più piccoli, di impossibile consultazione sui libri o sull'originale. 50 modelli in 3D. Con un semplice click , la macchina si trasforma in un modello 3D animato e funzionante che rende possibile comprenderne tutti i meccanismi. 20 pannelli in 3D, dedicati alle macchine più affascinanti. La storia del Codice Atlantico Il Codice Atlantico rappresenta la più ampia collezione di scritti e disegni di Leonardo da Vinci. L'Atlantico, il cui nome deriva dal formato dei fogli tipico degli atlanti geografici, abbraccia un significativo periodo della vita dell'artista, architetto, ingegnere e scienziato, ovvero oltre quarant'anni, dal 1478 al 1519. Il fascino di quest'opera è dato dalla sua eterogeneità: di pagina in pagina ci si trova in maniera imprevedibile dinanzi a straordinari disegni dedicati alla meccanica, all'ingegneria, all'architettura, alla matematica, alla geometria, all'astronomia, alla botanica, alla zoologia, all'anatomia, alle arti militari e alla fisica. Ci sono studi per il rinnovamento urbanistico di Milano, il progetto di un nuovo palazzo Medici a Firenze, schizzi e bozzetti per opere artistiche, come l'Adorazione dei Magi, la Leda, la Battaglia di Anghiari, e progetti come ponti, macchine da guerra, per l'intrattenimento e molto altro ancora. Il Codice come lo conosciamo oggi non fu messo assieme da Leonardo, ma fu allestito nel tardo Cinquecento dallo scultore Pompeo Leoni. Quest'ultimo, convinto che le raccolte dei vari originali non seguissero l'ordine voluto da Leonardo, nel decennio 1580-90, iniziò a smembrare i manoscritti, tagliando e spostando le pagine, così da ottenere volumi di maggior mole e consistenza. L'intenzione era quella di separare i disegni artistici da quelli tecnologici e di unificare le pagine scientifiche. Questo lavoro diede origine a quella che oggi è conosciuta come la miscellanea di Windsor (che conta circa 600 disegni montati su 234 fogli; oggi è conservato alla Royal Library di Windsor), almeno altri quattro fascicoli e infine anche i Disegni di Machine et delle Arti Secrete et altre cose di Leonardo da Vinci, raccolti da Pompeo Leoni, ovvero il celebre Codice Atlantico di 402 fogli con più di 1700 disegni, con una dimensione costante di 67 centimetri di altezza e 45 di larghezza (tale era la sua antica fisionomia prima del recente restauro) e con una sequenza del tutto arbitraria. Leoni realizzò una vera e propria opera di conservazione, rifilando gli originali di Leonardo per collocarli al centro di fogli di formato più grande all'interno dei quali ritagliò delle finestre o passe-partout: in questo modo sfogliando l'opera non si sarebbero più toccati gli originali, con indubbio vantaggio dal punto di vista della loro conservazione. Per questa operazione Leoni scelse il formato di volume più ampio disponibile, che era appunto quello degli atlanti geografici, da cui discende quindi il nome Codice Atlantico. Nel 1610, l'Atlantico fu ereditato da Polidoro Calchi (marito di Vittoria, figlia di Pompeo Leoni). Acquistato in seguito per 300 scudi da Galeazzo Arconati, che lo conservò nella sua villa di Castellazzo di Bollate (alle porte di Milano), nel gennaio del 1637 venne donato alla Biblioteca Ambrosiana, per esservi definitivamente custodito come una delle più preziose testimonianze del genio leonardesco. Dopo essere stato sottratto nel 1796 dai francesi di Napoleone Bonaparte nel 1815 venne recuperato. Il Codice Atlantico rientrava così a Milano dopo diciannove anni di esilio. Molte pagine restavano però a Parigi (i 964 fogli classificati con le lettere che vanno dalla Aalla M) e altre ancora in Spagna (alcune di esse verranno ritrovate solo nel 1966). Nel 1968, sono stati trasferiti presso il monastero di Santa Maria di Grottaferrata per il loro ultimo restauro: il Codice Atlantico non ha pertanto più i passe-partout di Pompeo Leoni, ma nuovi fogli e una nuova rilegatura realizzata tra il 1968 e il 1972. Rispetto all'unico volume di Pompeo Leoni, l'Atlantico è stato quindi ricomposto in 1119 fogli rilegati in 12 volumi separati. Oggi il Codice viene conservato nel caveau blindato sotterraneo dell'Ambrosiana, dal quale non esce quasi mai, se non per motivi eccezionali. Nella Pinacoteca dell'Ambrosiana sono infatti esposte al pubblico solo le copie anastatiche. La Biblioteca e Pinacoteca Ambrosiana, che ha sede nel centro di Milano a pochi passi dal Duomo, è una delle più importanti istituzioni culturali del nostro Paese, con una collezione di oltre 450mila libri a stampa, 15mila manoscritti originali, 3mila incunaboli ricchi di preziose miniature, oltre 12mila disegni, e altrettante pergamene, oltre a più di 1500 opere su tavola, tela e rame. La Biblioteca Ambrosiana è stata fondata nel 1609 dal cardinale Federico Borromeo. Al 1618 risale invece la fondazione della Pinacoteca. link utili: www.museoscienza.org Il Codice Atlantico Virtuale Pinacoteca Ambrosiana, sala 5 (sala del Cartone di Raffaello) Ingresso da Piazza Pio XI, 2 - Milano www.leonardo3.net/atlantico Fino all'8 gennaio 2006 (orario 10:00-17:30; biglietto: € 7,50) |